I pizzoccheri, ovviamente, ma anche Bitto e Casera Dop, la bresaola, i grandi vini rossi e il miele: sono le specialità che meritano una tappa gastronomica lungo il Sentiero Valtellina, la pista ciclabile che segue il fiume Adda per 114 km.
Perché il cicloturismo è anche questo: assaporare i luoghi non solo pedalando ma anche andando alla scoperta di produttori, ristoranti, cantine, caseifici, piccoli negozi dove assaggiare, scoprire, annusare e portare poi a casa souvenir gastronomici.
Il bello è che tanto pedalando si smaltisce tutto!
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La ciclovia dell’Adda BI 17
Il cosiddetto Sentiero Valtellina, ovvero la Ciclovia dell’Adda BI 17, ha le seguenti caratteristiche:
- 114 km di itinerario
- 40 aree di sosta attrezzate
- 7 punti noleggio
- 46 punti di accesso
Il punto di partenza del Sentiero (che si può comunque prendere dove si preferisce) è Colico, sulla punta nord del lago di Como: ufficialmente la pista ciclabile parte nel centro del paese e segue poi il lago per inoltrarsi nella riserva faunistica del Pian di Spagna.
Da qui si costeggia l’Adda, si passa vicino a Traona e si raggiunge Morbegno, incontrando l’isola della Pescaia e il Ponte in sasso di Ganda.
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Morbegno e Il bitto Dop
Morbegno è un piccolo centro storico che merita una visita per ammirare Palazzo Malacrida e la chiesa di San Giovanni Battista.
Soprattutto Morbegno è il paese del Bitto Dop, il formaggio a pasta semidura tipico della Valtellina con cui si preparano gli altrettanto celebri pizzoccheri (a Morbegno si organizza infatti la Mostra del Bitto).
Come vuole la tradizione, ancora oggi il Bitto viene prodotto esclusivamente in alpeggio – con latte esclusivamente del territorio di Sondrio e provincia e alcuni alpeggi della Val Brembana – durante la stagione estiva.
Da Morbegno si prosegue alla volta di Sondrio, oltrepassando numerosi agriturismi dove assaggiare i piatti tipici della Valtellina, maneggi e persino un allevamento di struzzi! Vi consigliamo una sosta a Campo Tartano per provare Ponte nel Cielo, la passerella sospesa a 140 m d’altezza tra Campo e il Maggengo.
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Sondrio: vino e bresaola
La Valtellina è una terra di grandi vini rossi Doc e Docg, da scoprire durante una sosta a Sondrio. Rilassatevi nel centro storico, tra l’antica contrada Scarpatetti e Castel Madegra: Sondrio è definita Città del Vino perché ospita eventi come Calici di Stelle e Valtellina Wine Trail.
Non a caso, la città si trova lungo la Strada del Vino della Valtellina, 67 km di strada panoramica lungo vigneti terrazzati: vi consigliamo una tappa a Chiuro, dove hanno sede alcune delle principali cantine vinicole valtellinesi.
Ma c’è un’altra eccellenza tipica di Sondrio: la bresaola della Valtellina Igp, frutto del clima irripetibile della zona sulla cui produzione vigila rigidamente il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, che ha la sede proprio a Sondrio.
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La via del Latte in Valmalenco
In Valmalenco, e per la precisione in provincia di Sondrio, si producono i formaggi tipici della Valtellina: Bitto, Scimudin e il Valtellina Casera Dop, ingrediente base dei pizzoccheri.
In questa zona, infatti, abbondano gli alpeggi: l’alpe Oro, l’alpe Campagneda, l’alpe Sentieri, l’alpe Zocca e l’alpe Mastabbia sono aperti alle visite dei turisti. È una buona occasione per scoprire da vicino da dove arriva e come si produce il formaggio della Valtellina, oltre che per assaggiare i prodotti lattiero- caseari.
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Teglio e l’accademia del pizzocchero
Da Sondrio, il Sentiero Valtellina prosegue alla volta di Tirano, punto di partenza del Trenino Rosso del Bernina.
Prima però si passa per Teglio, località dove ha sede l’Accademia del Pizzocchero: questo è il posto giusto per fermarsi in uno dei tanti ristoranti associati all’Accademia, che propongono la ricetta originale del piatto tipico più famoso della Valtellina, i pizzoccheri, preparati con grano saraceno, formaggio Casera Valtellina Dop, verze e patate. E ovviamente burro.
Bormio e l’amaro Braulio
Il Sentiero Valtellina termina a Bormio, tipica località degli sport sulla neve in inverno e punto di partenza perfetto in estate per trekking e passeggiate a piedi o in bicicletta nel Parco nazionale dello Stelvio, il più esteso di tutto l’arco alpino.
Dal punto di vita gastronomico, Bormio offre tutto il meglio della gastronomia valtellinese: pizzoccheri, sciatt, ovvero le frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio, bresaola, taroz, il tipico purè con patate e fagiolini, la polenta taragna, i piatti a base di carne, i funghi e ovviamente i formaggi.
A fine pasto, nulla è più tipico di un bicchierino di amaro Braulio, inventato proprio a Bormio ormai 140 anni fa dal farmacista Francesco Peloni.
Prodotto con le erbe tipiche della zona come genziana, bacche di ginepro e assenzio, il Braulio ha una ricetta tuttora segreta ma viene ancora distillato nello stabilimento di Bormio dove si possono visitare le cantine e l’archivio storico della famiglia Peloni, con le antiche tavole botaniche e la collezione di piante ed erbe.