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Questo è il racconto di un viaggio in bicicletta alla scoperta della Danimarca. Un viaggio compiuto pochi anni fa, ma fattibile ancora oggi: quasi mille chilometri, da Amburgo, cioè dal Nord della Germania, fino a Copenaghen, l’affascinante capitale danese.

L’itinerario qui descritto è stato “studiato a tavolino” per un viaggio in bici lungo 10 giorni senza troppi traghetti: già perché gli itinerari classici che vanno dal Nord della Germania (per esempio Berlino) fino a Copenaghen, prevedono sempre un lungo viaggio via mare.

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Noi, invece, siamo saliti in traghetto solo una volta, quando questo era l’unico modo per passare da un’isola all’altra della Danimarca. In tutti gli altri casi, abbiamo pedalato sui mitici, lunghi e ventosi ponti danesi. Percorrendo quindi la Danimarca quasi in lungo e in largo, prima puntando verso Nord, poi passando le sue isole e le sue città più importanti.

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il viaggio in danimarca

Siamo partiti da Amburgo e dalle sponde del fiume Elba, da cui per altro passano diversi percorsi Eurovelo. Amburgo è un mix di storia, di arte, di culture differenti. Moderna ma allo stesso tempo classica, vale una visita. Ovviamente in bicicletta.

centro storico amburgo germania
Il centro storico di Amburgo

Da lì siamo arrivati fino a Copenaghen, capitale della Danimarca, passando il suo territorio quasi per intero, conoscendo da vicino i suoi boschi, le sue coste ventose e le sue città.

TAPPA 1: DA AMBURGO A neumunster

Il primo giorno abbiamo pedalato da Amburgo fino a Neumunster, per circa 100 km. Ci siamo svegliati stamattina nella nostra stanza dell’hotel Maininger di Amburgo, abbiamo caricato le nostre biciclette e abbiamo dato ufficialmente il via al nostro viaggio.

Per prima cosa ci siamo diretti sulle coste del fiume Elba, alla ricerca della pista ciclabile Eurovelo 3, uno dei percorsi ciclabili che solcano il Vecchio Continente in lungo e in largo. La pista 3 è detta “dei pellegrini” perché collega Santiago de Compostela con Trondeim.

Per diversi minuti abbiamo costeggiato l’Elba, poi abbiamo puntato verso Wadel, quindi Holm e Kaltenkirke. Pausa pranzo comodamente seduti sul marciapiede di un Penny Market, rifornimento, e via di nuovo in sella. Lasciata Kaltenkirke abbiamo raggiunto Bad Bramsted per poi puntare dritti su Neumunster.

I chilometri totali a fine giornata, circa 102, sarebbero dovuti essere meno. Non ostinatevi a seguire la ciclabile Eurovelo 3, perché porta leggermente fuori strada. Noi lo abbiamo fatto e così abbiamo allungato. Ma era il primo giorno, le energie non ci mancavano affatto!

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Fidatevi dei cartelli locali che indicano i percorsi ciclabili, le destinazioni e anche i chilometri che vi separano dalla tappa successiva.

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tappa 2: da neumunster a rendsburg

La seconda tappa è ancora in territorio tedesco. Ed è una immersione nella natura e nella campagna della Germania del Nord.

Lasciata Neumunster abbiamo messo nel mirino Nortorf. Si pedala tra i campi e poi si entra in piccoli borghi silenziosi, ordinati, dove la vita scorre tranquilla e le case sono basse e colorate.

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Poco prima di arrivare a Rendsburg, si deve superare il Nord-Ostsee-Kanal. Lo si può fare utilizzando un curioso e per certi versi datato ponte mobile che si muove sul fiume al di sotto della ferrovia, caricando auto, pedoni e ciclisti.

tappa 3: da rendsburg a flensburg

Tappa da circa 80 km. Mangia e bevi, si direbbe in gergo ciclistico. Perché se pensate che la Danimarca sia piatta, vi sbagliate. Certo, non incontrerete salite come lo Stelvio o il Mortirolo, ma tra Rendsburg e Flensburg è un continuo sali e scendi che richiede allenamento e pazienza.

Siamo usciti da Rendsburg e abbiamo attraversato molti piccoli borghi di qualche decina di case. Fockbek, Kroopp, Schlesswig. Le nostre due ruote hanno macinato chilometri anche sullo sterrato, attraversando ponticelli sospesi e facendo lo slalom tra sassi e rocce.

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I velieri ormeggiati nel porto di Flensburg, a pochi km dal confine con la Danimarca

Flensburg è una cittadina di 90mila abitanti che si affaccia sul Mare del Nord. Un piccolo gioiello, una bella scoperta all’arrivo: i velieri che ormeggiano nel porto, il centro storico tutto da passeggiare.

Manca poco al confine con la Danimarca, circa 10 km. Ci siamo…

tappa 4: da flensburg a Haderlsev, siamo in danimarca

Il confine danese si raggiunge superando una salita che comincia poco fuori il centro storico di Flensburg. Arrivati al fatidico cartello indicante il confine di Stato non ci siamo ovviamente risparmiati nelle fotografie. E poi giù, in discesa, in picchiata, finalmente in Danimarca. Anche se Copenaghen è ancora lontana.

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Abbiamo raggiunto Aabernaa, sulle coste del Mare del Nord, piccolo borgo esposto al vento. Quindi Haderlsev e il meritato riposo dopo circa 65 km in sella.

tappa 5: da Haderlsev a Billund

Siamo a metà strada. Quinto giorno di dieci. Dopo Haderlsev si incontrano gli abitati di Christianfeld e Kolding. A Egtved pausa per un pranzo veloce e poi pedalata unica fino a destinazione.

Billund è un piccolo borgo danese noto però in tutta Europa per aver dato i natali alla Lego. I mattoncini colorati nacquero qui nel 1934. Oggi la cittadina ospita ancora il quartier generale dell’azienda, un aeroporto e Legoland, il parco tematico per bambini.

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L’ingresso a Legoland, Billund

Che, ovviamente, vale una visita anche senza bambini al seguito. Dopo 75 km ci siamo goduti un po’ di svago, siamo tornati piccoli per un paio d’ore. Poi di nuovo a nanna, pronti per tornare in sella l’indomani e proseguire il viaggio.

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tappa 6: da billund a Odense

Siamo ripartiti da Billund verso Vejle, quindi Fredericia. Ancora qualche chilometro fino Shongoj, quindi c’è un ponte che porta sull’isola di Fionia, una delle più grandi della Danimarca.

Abbiamo attraversato Middlefart e quindi siamo arrivati alla nostra destinazione giornaliera, Odense. Che è la terza città più grande della Danimarca ma anche la città nella quale è nato lo scrittore Hans Christian Andersen, autore di fiabe tra le quali “La principessa sul pisello”, “La sirenetta” o “Il brutto anatroccolo”, solo per citare le più note.

Città universitaria, ricca di vita e di giovani. Vale la pena visitare la cattedrale di San Canuto e ovviamente la casa museo dello scrittore Andersen.

tappa 7: da odense a thuro

Chi scrive oggi ha lasciato un pezzo di cuore a Thuro, sperduto paesino danese. Ma andiamo con ordine. Ci siamo lasciati Odense alle spalle e abbiamo attraversato Svendborg. Tappa corta, rilassante.

Avevamo prenotato un alloggio non proprio a Svendborg ma a Thuro By, piccola isola a lato della città. Che si raggiunge oltrepassando uno di quei ponti a cui ormai ci siamo abituati.

cicloturismo danimarca ponte

Thuro è un piccolo paradiso danese. Ville e villette, sembra quasi un paese finto. Campi da calcio verdi, il miele viene venduto fuori dalle case, lasciato su delle cassette di legno.

Ci rilassiamo sulle sue spiagge dove sbattono le onde. E ci immergiamo nei boschi a raccogliere more. Tante da farne una vera scorpacciata. Quindi cena in un ristorante del posto, un buco dal sapore autentico che serve pollo e crema di patate. E coniglio, piatto tipico dell’isola.

tappa 8: da thuro a nykobing falster

L’ottavo giorno in sella è iniziato presto perché la tappa è lunga e impegnativa. Abbiamo salutato Thuro alle 8.15 diretti verso Spondsbjerg, dove ci aspettava il traghetto per Tars. Questa è l’unica volta che abbiamo caricato le bici sul traghetto perché tra Spondsbjerg e Harpelunde non c’è un ponte.

Circa 40 minuti di barca, sballotati dalle onde del Mare del Nord. Quindi di nuovo in sella, mancano circa 75 km a Nykobing Falster. Abbiamo attraversato Norreballe e Maribo, Sakskobing e Graenge.

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Il centro di Nykobing è al di là dell’ennesimo ponte. Anche oggi 115 km e circa 12 ore di viaggio alla scoperta di questo nuovo angolo di Danimarca. Non manca molto a Copenaghen.

tappa 9: da nykobing a Koge

Altro tappone, circa 110 km. Lasciata Nykobing si pedala per 35 km verso Vordingborg. L’isola di Falster e quella di Vordingborg, che è anche quella di Copenaghen, sono unite da un ponte lunghissimo.

Abbiamo puntato Praesto e Ronnede. Poi, mirino su Koge. Ancora sali e scendi, salite corte ma impegnative, soprattutto con le bici cariche. Koge è un’altra città di mare, piccola e acogliente, nota in tutta la Danimarca per avere la piazza più grande di tutto il Paese.

tappa 10: finalmente copenaghen

Da Koge a Copenaghen è tutta una pista ciclabile. Attenzione: nonostante avvertirete di essere nei pressi della città della Sirenetta non troverete facilmente il cartello per la tradizionale foto all’arrivo.

Entriamo nella capitale da Sud. E subito ne avvertiamo il fascino. Città moderna, nuova ma allo stesso tempo ricca di storia. Ci buttiamo nel traffico locale di due ruote: le piste ciclabili cittadine brulicano di ciclisti. Ed è uno spettacolo a cui non siamo abituati, si percepisce che la bici è il mezzo di trasporto pe eccellenza.

E noi la bici l’abbiamo usata per due giorni per muoverci nel cuore della capitale: nel suo centro storico, verso la statua della Sirenetta. Tappe caldamente consigliate sono i giardini di Tivoli (con le sue giostre e i suoi ristoranti) e il quartiere di Christiania.

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Lo Snake, il ponte ciclabile ultramoderno di Copenaghen

Ovviamente abbiamo pedalato anche sullo Cykelslangen, anche detto Snake, il ponte ciclopedonale di 220 metri di lunghezza, sospeso sopra le acque che separano le isole di Sjælland e di Amager, che vi permetterà di pedalare tra i grattacieli a specchio di questo quartiere completamente riqualificato (a due passi dal porto e della stazione).

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I nostri trasferimenti tra italia, germania e danimarca

Per raggiungere Amburgo abbiamo caricato le bici in macchina. Da Milano siamo arrivati fino alla città tedesca dove poi abbiamo l’asciato l’automobile (si può scegliere un parcheggio custodito, non costano molto).

Siamo tornati ad Amburgo in treno, da Copenaghen. Il sito delle ferrovie danesi è di facile consultazione. E, neanche a dirlo, i treni danesi (come quelli tedeschi) hanno i vagoni riservati alle biciclette.

altri link

Chi scrive questo pezzo aveva già raccontato questo viaggio su un blog aperto per l’occasione insieme ai compagni di avventura. Il blog si chiama Let’s Do It By Bike ed è ancora attivo (e c’è anche una pagina Facebook dedicata).

Un altro racconto era finito sulle pagine di turismo di Qn, Quotidiano Nazionale, uno dei quotidiani con il quale l’autore di questo pezzo ha collaborato per anni.

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