Il nuovo Codice della Strada italiano, entrato in vigore il 14 dicembre 2024, introduce significative modifiche riguardanti l’uso delle biciclette, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza stradale e regolamentare la mobilità ciclistica.
Distanza di sicurezza durante il sorpasso
Una delle novità più rilevanti è l’obbligo per gli automobilisti di mantenere una distanza laterale di almeno 1,5 metri durante il sorpasso di una bicicletta, ove le condizioni della strada lo consentano. Questa misura mira a ridurre il rischio di incidenti e a garantire maggiore protezione ai ciclisti.
Divieto di accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici
Il nuovo Codice vieta ai ciclisti l’utilizzo delle corsie riservate ai mezzi pubblici, limitando così le opzioni di circolazione in alcune aree urbane.
Obbligo di luci in condizioni di scarsa visibilità
È stato introdotto l’obbligo per i ciclisti di accendere le luci di posizione anche durante il giorno in condizioni di scarsa visibilità, come nebbia, pioggia intensa o gallerie, per aumentare la loro visibilità e sicurezza sulla strada.
Strade urbane ciclabili e circolazione contromano
Il Codice introduce le “strade urbane ciclabili”, ovvero strade a unica carreggiata con limite di velocità di 30 km/h, dove le biciclette hanno priorità. Inoltre, è prevista la possibilità per i ciclisti di circolare contromano su strade a senso unico con limite di velocità non superiore a 30 km/h, purché siano presenti corsie o piste ciclabili a doppio senso di marcia.
Sanzioni per comportamenti scorretti
Il nuovo Codice prevede sanzioni più severe per comportamenti scorretti da parte dei ciclisti, come l’uso del cellulare durante la guida o la mancanza di dispositivi di sicurezza obbligatori. Le multe possono variare da un minimo di 42 euro a un massimo di 173 euro, a seconda dell’infrazione commessa.
Norme per le biciclette elettriche
Per le biciclette elettriche (e-bike), il Codice stabilisce una potenza massima del motore di 250 watt e una velocità assistita che non superi i 25 km/h. Le e-bike che superano questi limiti sono equiparate ai ciclomotori e soggette alle relative normative, inclusi obblighi di targa, assicurazione e casco.
L’approvazione del nuovo Codice della Strada italiano ha suscitato vivaci polemiche, in particolare da parte delle associazioni di ciclisti e dei sostenitori della mobilità sostenibile. Queste organizzazioni criticano diverse disposizioni della riforma, ritenendole potenzialmente dannose per la sicurezza dei ciclisti e in contrasto con gli obiettivi di promozione dell’uso della bicicletta nelle aree urbane.
Critiche alle nuove norme sulle piste ciclabili
Una delle principali contestazioni riguarda le modifiche relative alle piste ciclabili. Le associazioni temono che l’eliminazione o la riduzione di corsie ciclabili separate possa aumentare i rischi per chi pedala in città, costringendo ciclisti e automobilisti a condividere spazi senza adeguate misure di sicurezza. Questo scenario è stato descritto come un “effetto Squid Game”, dove i ciclisti si trovano a dover affrontare pericoli maggiori sulla strada.
Preoccupazioni per l’inasprimento delle sanzioni
Le nuove sanzioni previste per i ciclisti, come l’obbligo di indossare il casco e l’introduzione di multe più severe per infrazioni, sono state accolte con scetticismo. Le associazioni sostengono che tali misure possano disincentivare l’uso della bicicletta, penalizzando chi sceglie modalità di trasporto ecologiche e sostenibili.
Proteste e mobilitazioni
In risposta all’approvazione del nuovo Codice, numerose associazioni hanno organizzato manifestazioni e flash mob in diverse città italiane. Eventi come quello svoltosi a Roma, in piazza Vidoni, hanno visto la partecipazione di ciclisti e attivisti che contestano una riforma definita “inadeguata e pericolosa”.
Le associazioni chiedono al governo un confronto più approfondito sulle nuove disposizioni, auspicando modifiche che tengano conto delle esigenze dei ciclisti e promuovano una mobilità realmente sostenibile e sicura. La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) e altre organizzazioni hanno espresso la necessità di interventi che favoriscano l’uso della bicicletta, anziché ostacolarlo.