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Negli scorsi mesi abbiamo visto tutti i principali produttori aumentare il prezzo delle bici, in particolare dei listini 2022 dando la colpa prima all’aumento dei prezzi delle materie prime.

Ma anche alla logistica sempre più complessa dopo la pandemia e infine alla richiesta sempre maggiore di mezzi a due ruote. Andiamo ad analizzare l’effettivo stato del mercato della bicicletta e la possibile evoluzione post Covid.

Aumento del prezzo delle bici. Perché aumentano le materie prime?

La pandemia sta lasciando tutta una serie di complicazioni e rimodellazioni degli equilibri globali di cui andranno studiati gli effetti nel lungo periodo.

Primo tra tutti, dopo anni di inflazione inesistente, si torna a parlare di aumenti dei prezzi capeggiati dall’aumento delle materie prime che stanno colpendo tutti i settori industriali

Ne risente il mercato bike e quindi cresce il prezzo delle bici, anche in Italia.

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Quali materie prime sono aumentate?

Sono disparate le cause dell’aumento dei beni per la produzione e sempre più spesso si parla di “Tempesta Perfetta” abbattutasi sul mercato industriale.

Al primo posto ci sono i beni energetici che sono aumentati di oltre il 105% in un solo anno facendo schizzare verso l’alto i costi di produzione in diversi settori. Al secondo posto troviamo i beni ferrosi che tra ottobre 2020 e ottobre 2021 hanno visto un aumento di quasi il 75%.

Questi sono beni molto utilizzati nell’automotive e nel settore delle due ruote. Sul terzo gradino del podio troviamo invece i beni chimici organici che hanno registrato un incremento superiore al 50%.

Nella tabella qui sotto è possibile vedere le materie prime che più sono aumentate tra 2020 e 2021.

aumento prezzo delle bici tabella materie prime prontobolletta.it

Con l’inizio del nuovo anno gli aumenti non sembrano arrestarsi ma si sta assistendo ad ulteriori incrementi, con i prezzi dell’energia che segnano un +55% per l’elettricità e +41,8% per il prezzo del gas naturale, già nei primi giorni del 2022.

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Quali le ripercussioni sul mercato della bicicletta?

Ad influenzare i prezzi delle due ruote sono state le materie prime. Infatti, beni energetici, ferrosi e plastici, sono tutti utilizzati nella produzione delle biciclette.

Per esempio il fornitore Trek ha dichiarato un aumento del 27% per l’approvvigionamento dell’alluminio mentre Elite, leader nella produzione di componentistica, lamenta un incremento dei costi di metalli e materie plastiche tra il 40% e il 60%.

Il costo della materia prima per la produzione di un telaio può ad oggi superare i 500 euro senza considerare la manodopera, il prezzo dell’energia utilizzata e l’ammortamento dei macchinari.

L’aumento del prezzo delle bici non è però governato solo dall’incremento del costo delle materie prime. A questo infatti si aggiungono i costi di trasporto. La maggior parte dei produttori si trova a Taiwan e viaggia con tempi di consegna compresi tra i 6 e i 9 mesi, che continuano ad allargarsi o restringersi in base all’andamento delle restrizioni impartite dal governo locale.

Le nuove normative per il trasporto durante la pandemia e i ritardi nelle forniture dovute alle restrizioni, hanno quindi fatto aumentare i costi di spedizione e approvvigionamento per tutti i produttori. 

Così diversi fornitori sono tornati ad investire in patria con Vittoria, produttrice di pneumatici, e Bianchi che hanno avviato la produzione in impianti sul territorio italiano a discapito delle fabbriche orientali. 

A complicare ancora di più la situazione nel mercato italiano, c’è stato il Bonus Bici che ha comportato un’esplosione della domanda delle biciclette (+17% bici muscolari +44% bici elettriche nel 2020) che ha completamente svuotato i magazzini dei produttori. 

Infine troviamo un altro problema legato ai mercati finanziari. Infatti, il Dollaro Taiwanese ha visto un forte apprezzamento negli ultimi due anni nei confronti delle valute occidentali comportando un ulteriore aumento indiretto dei costi di produzione. 

Riuscirà il mercato delle bici a soddisfare la domanda nel 2022?

Diversi fornitori, per riuscire a far ripartire quei meccanismi oliati che erano riusciti a far funzionare il mercato della bicicletta fino al 2019, vedono la soluzione nella rilocalizzazione della produzione

Come abbiamo visto uno di questi è Bianchi che sta investendo quasi 40 milioni di euro per il nuovo impianto nella provincia di Bergamo. Questa ovviamente sembra essere un’ottima notizia per il Made in Italy delle due ruote, ma lo sarà anche per i consumatori?

I produttori infatti chiedono un sostegno sussidiario da parte del Governo, che intervenga sull’eccessivo costo del lavoro e che supporti gli investimenti fatti nel Paese per creare occupazione e valore aggiunto. Infatti i costi del “Sistema Italia” rischiano di portare verso l’alto il costo di produzione delle bici che verrebbe traslato ancora una volta sul consumatore finale. 

Un intervento statale permetterebbe, oltre a Bianchi, di far tornare in patria tante eccellenze Made in Italy, che beneficerebbero di un ricollocamento della filiera produttiva nel Belpaese, riportando in Italia il grosso di un settore che fino a trent’anni fa era interamente localizzato.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/aumento-prezzo-bici/

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